La cosa più importante da capire è che il ginocchio è un’articolazione complessissima, con tante strutture diverse (per natura e funzioni) e che quindi correlare il dolore ad una specifica lesione non è facile, bisogna avere un occhio d’insieme. Inoltre, può capitare che il dolore sia irradiato ma che provenga da altre zone.
Il nostro approccio si basa su tre fasi
1. Gestione del dolore e mantenimento del range motorio e degli schemi motori di base
In questa prima fase cerchiamo con tecniche riabilitative manuali, strumentali, con bendaggi e soprattutto col movimento, di ridurre il dolore percepito, di gestire il gonfiore e l’infiammazione, cercando di mantenere un arco di movimento più ampio possibile. Ma non basta, la cosa più importante da valutare e preservare sono quegli schemi di movimento di base con i quali potremmo perdere familiarità a causa delle limitazioni causate dal dolore e quindi degli adattamenti posturali dinamici che andremo a fare. Molto spesso, sono proprio schemi motori non funzionali (con relative articolazioni incapaci di svolgere a dovere il loro compito) che obbligano il ginocchio a fare molto più di quanto sia pronto a fare in quel momento.
2. Aumento del potenziale motorio, lavoro sulla forza e sui tessuti
È fondamentale iniziare il lavoro sulla Forza (ma non pensiamo semplicemente alla forza dei muscoli o del distretto, bensì la forza espressa dall’intero sistema in un movimento) come la spinta mentre lanciamo un oggetto pesante o nel saltare o nell’alzarsi. Tutto il range di movimento che abbiamo recuperato o mantenuto in prima fase è difficile che venga utilizzato nei movimenti se il sistema non ha una stabilità e forza tale da poter gestire quel grado di mobilità.
Lavorando su questi aspetti (coordinazione, ritmo articolare, forza in dinamiche globali) cerchiamo di condizionare ed aiutare fisiologicamente i tessuti a migliorare sia dal punto di vista strutturale sia dal punto di vista dinamico e fisiologico. Infatti, insegnando al comprimere col giusto ritmo le ginocchia, ad estendere e cercare il carico, ad allungare ritmicamente i diversi comparti, otteniamo anche un miglioramento nelle dinamiche vascolari e di nutrimento dell’intera articolazione.
3. Impatto a terra, contatto e instabilità
Nell’ultima fase (in cui consideriamo il dolore praticamente scomparso) ciò che più ci preme è rendere la persona pronta per sfruttare al massimo il suo ginocchio sia nella vita che nello sport! Cioè renderla capace di gestire imprevisti, cambi repentini di movimento o scelta motoria, instabilità e forti impatti a terra.